Per una mezzorata sono stata soto il vecchio ulivo saraceno
senza mai staccare lo sguardo dell'arbolo -
grande, contorto e intricato.
Il gioco del tempo l'ha intortato, lacerato;
l'acqua e il vento, anno appresso anno,
l'hanno obligato a pigliare questa forma.
Non è capriccio o caso, ma consequenza di necessità.
Tre grossi rami quasi paralleli, per breve, si lanciano
in una personale fantasia di zigzag improvvisi e arabeschi.
Un leggero colpo di vento smosse le foglie.
Un raggio di sole improvviso colpi i miei occhi.
Sorriso. Ah! L'infinita vanità del tutto.
Il mare, la terra e il cielo miro e sorrido.
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